lunedì 15 luglio 2019

Un anno di blog - un primo bilancio

Mi accorgo casualmente che esattamente un anno fa iniziavo questo blog, tempo di qualche bilancio e prime considerazioni.

In generale questo blog non ha una grande affluenza di pubblico, secondo le statistiche di blogger una media di 2 pagine visualizzate al giorno. L'argomento é di nicchia, non sono forse un grande divulgatore e non ho pubblicizzato un gran che i miei articoli. D'altro canto questo blog per me é maggiormente un hobby a tempo perso e non mi considero un esperto a livello professionale del settore, quindi non mi stupisco e non sono deluso dei risultati.

Quali sono stati i post maggiormente letti? La top 5 é la seguente ( dal più al meno letto):

La regola del 4%, detta anche Trinity Studio
- I due pilastri dell'indipendenza finanziaria
La regola del 4%: ulteriori approfondimenti
La regola del 4% - Critiche
Voglio essere un rentier - Intro

Sono anche i post maggiormente rappresentativi e riassuntivi della strategia che ho provato a delineare in questo blog, e che consiglio a chi vuole avere un'introduzione alle tematiche dell'early retirement.

Colgo l'occasione per prendermi una pausa estiva di riflessione, sto iniziando a sentirmi a corto di idee e sono indeciso sul proseguire e come farlo (quali argomenti trattare essenzialmente). Spero di essermi chiarito le idee alla fine di questa pausa e riuscire a scrivere altri articoli. Ovviamente, nel caso ci siano persone che seguono questo blog, sono ben accetti i loro commenti a questo post per avere suggerimenti, critiche e quanto altro.

domenica 23 giugno 2019

Recensioni: Rich dad poor dad

Rich dad poor dad ( in italiano Padre ricco padre povero ) é un libro dello scrittore e imprenditore statunitense Robert Kiyosaki sul tema dell'educazione e indipendenza finanziaria. È tuttora un bestseller a livello mondiale e viene consigliato da vari siti sull'argomento dell'early retirement, quindi mi sembra utile trattarne in questo blog.
Per dare un primo giudizio, il libro non é secondo me utile e interessante. L'autore é anche uno di quei guru del marketing che vende i propri corsi e seminari vendendo maggiormente slogan motivazionali, un tipo di personaggio per il quale non ho mai avuto particolare simpatia. Ammetto quindi di essere prevenuto nei suoi confronti, ma il tutto si riflette sulla sua opera e quindi non riesco a prescindere da questo aspetto.

Nel libro si racconta la storia di un ragazzo che cresce con il suo vero padre e uno "adottivo" che hanno due caratteri diametralmente opposti. Il primo, il padre povero, crede nei principi tradizionali del lavorare duro, studiare, ottenere un buon lavoro e risparmiare ma che alla fine ha sempre problemi ad arrivare a fine mese (nonostante abbia applicato tutti i principi che professa). Il secondo é invece il padre "ricco" non ha terminato gli studi ma é sempre stato furbo ed ha capito le basi dell'educazione finanziaria, riuscendo a costruirsi un piccolo impero per se con varie attività imprenditoriali e investendo. Il libro quindi si sviluppa con i vari insegnamenti che il padre ricco insegna al ragazzo e che sono nell'ordine (riassumo i principali):

- I ricchi non lavorano, avere un lavoro normale non porterà mai a una vera ricchezza. I veri ricchi fanno lavorare il denaro per loro.
- Le scuole non insegnano nulla di utile, e men che meno l'educazione finanziaria. Nella vita é più importante avere skills manageriali e di business che avere un'educazione universitaria formale.
- Bisognerebbe investire in asset che generano soldi, l'autore ne elenca vari ma afferma che l'immobiliare a le azioni sono quelle che gli hanno dato maggiori soddisfazioni. Tratta maggiormente il caso del real-estate e come farlo fruttare.
- C'é poi tutta una parte che parla del vantaggio di avere una propria azienda e di come sfruttarla per pagare meno tasse.

Questi sono in sintesi i contenuti del libro, diluiti in mezzo a tutta una serie di parabole e slogan motivazionali.
L'opera in se offre degli spunti interessanti, giustamente stressa l'importanza che ha al giorno di oggi una buona cultura finanziaria e incoraggia a studiare per acquisirne una. Ma per il resto non vedo particolari punti di interesse in quello che il libro dice. La parte sui reali consigli di investimento é particolarmente lacunosa, vengono trattati maggiormente gli immobili. L'autore é anche famoso per i suoi consigli sugli investimenti immobiliari (pare sia specializzato in corsi che insegnano come sfruttare le aste fallimentari per accaparrarsi immobili a buon prezzo, come anche un suo discepolo italiano fa) e come sapete non sono un grande fan di questo tipo di investimenti (ne ho trattato qui). Traspare poi una certa insofferenza verso la vita di un normale lavoratore salariato contrapposta alla furbizia e "smartness" dell'imprenditore, che ha capito tutto nonostante non sia andato all'università, che francamente trovo stucchevole e leggermente fastidiosa ( sarà forse perché faccio parte della prima specie). Al riguardo farei anche notare che l'autore é finito in bancarotta con le sue attività imprenditoriali (si veda qua ad esempio).

In definitiva "Padre ricco padre povero" é un'opera dalla quale non aspettarsi niente di che e che non vi consiglio di leggere ne quanto meno di acquistare nel caso volgiate farvi un'educazione finanziaria. 

mercoledì 12 giugno 2019

Contributi INPS: croce e delizia

In questo post mi prometto di trattare il tema della pensione pubblica e di come essa possa essere usata ai nostri scopi. Assumo infatti che abbiate tutti uno straccio di lavoro e che siate relativamente giovani. Verserete quindi dei contributi alla nostra cara INPS che magari un giorno vi renderanno una pensione, o no? E ne vale la pena? Per adesso anticipo che, nonostante tutto il male che se ne dice, ha senso provare ad accumulare i requisiti minimi previsti dalla legge per accedere alla pensione.
Una precisazione da fare al momento é la seguente. Se avete seguito i giornali in questi ultimi venti anni vi sarete accorti che le leggi e i regolamenti riguardanti la pensione pubblica sono cambiate spesso nel corso degli anni, quindi le informazioni di questo post possono essere datate, nel caso vi capitiate dopo un po' di tempo.
Seconda precisazione: in questo post si tratterà il caso della cosiddetta pensione di vecchiaia. L'INPS prevede altri trattamenti (pensione di anzianità, ad esempio) ma sono riservati a casi specifici che riguardano chi ha iniziato a lavorare anni fa e dubito che i pochi che leggono questi post possano accedervi.

La pensione di vecchiaia, in breve é quella prestazione previdenziale che l'INPS (questa la scheda ufficiale dal loro sito) vi erogherà  a seguito dei contributi previdenziali da voi versati nei vostri anni da lavoratore. Quali sono i requisiti minimi per accedervi? In breve:

- requisito anagrafico: avere almeno 66-67 anni
- requisito contributivo: avere almeno 20 anni di contributi versati
- requisito contributivo minimo: bisogna avere maturato un importo minimo (se ne parla di seguito)

In rete ho trovato una marea di articoli che dettagliano meglio tutto ciò, saranno allegati in calce a questo post. Quale importo mi posso aspettare? Qui la questione é più spinosa e complessa, i calcoli che portano all'ammontare della pensione sono un po' complessi (si veda qui per una spiegazione) e la
spiegazione di essi é abbastanza lunga e tecnica. In breve si possono riassumere che l'ammontare della pensione annua viene determinato in base a quanti anni di contributi si hanno e al loro ammontare totale. Un primo dato interessante é il seguente:  esiste un ammontare minimo che si riesce a maturare, ed é al momento di circa 675 euro mensili. Poco, no? Ma sempre meglio di niente. Considerate anche questo: almeno avrete uno straccio di mensile garantito e fino alla fine dei vostri giorni, che potrebbe integrare una futura rendita che avete accumulato negli anni. Nel caso siate riusciti a ritirarvi prima con la vostra sudata rendita, che so a 50-60 anni, e contiate di vivere con una cifra X, una volta raggiunto i 66-67 anni, potreste avere una rendita aggiuntiva di circa 600-700 euro almeno che integrerebbe quello con cui già vivete. O detta in altro modo, dopo una certa età invece di dovervi garantire una certa rendita X con i vostri mezzi, avrete bisogno di una rendita X-600/700.
Vi é infine un'altra considerazione da fare. I contributi versati nel corso degli anni sono essenzialmente retribuzione che é stata trattenuta da voi dai vostri datori di lavoro e che sarebbe sostanzialmente persa per sempre nel caso non raggiungiate i requisiti minimi. E considerate che in realtà dalla vostra retribuzione di contributi ne versati assai (non considerate dolo i contributi che vedete nella vostra busta paga, ma anche il fatto che i datori di lavoro ne versano di aggiuntivi per conto vostro all'INPS).

Quindi si, ha senso stante tutte queste considerazione fare in modo di raggiungere i requisiti minimi per ottenere la pensione di vecchiaia, e questi possono essere di aiuto dopo un po' di tempo a integrare una eventuale strategia di pensione anticipata.

Rimane in realtà un punto aperto: come si matura l'importo minimo (inteso l'importo minimo da versare nel corso degli anni)? Non riesco a trovare molto al riguardo, ma mi prometto di indagare ed eventualmente ritornarci in futuri post.

Bibliografia:

- Introduzione alla pensione di vecchiaia INPS: link
- Spiegazione dettagliata dei requisiti minimi di anzianità contributiva  link
- Sulla questione dell'importo minimo: link
- Come dovrebbe essere calcolata la pensione: link

giovedì 23 maggio 2019

Una strategia per la propria pensione anticipata - parte V

Siamo arrivati al post finale di questa serie, per alcune considerazioni finali e riassuntive. Innanzitutto, condivido il foglio di calcolo che riassume tutti i risultati, qui trovate il link. 

Riassumiamo per l'ennesima volta il risultato finale: se vogliamo accumilare nell'arco di 20 anni un capitale di circa 450000 Euro, necessario per avere una rendita di circa 1500 Euro al meso (secondo la regola del 4%), il minimo che si dovrebbe investire é all'incirca 12000 Euro l'anno. Questo nell'ipotesi di investire questi soldi in ETF, diversificando il 40% in area Euro, 40% sul mercato USA e 20% sui mercati emergenti. Come interpretare questo dato?
La prima cosa da dire é che questo é un limite minimo, sotto il quale un investitore correrebbe molti rischi di non riuscire a raggiungere l'obiettivo che ci si era prefissati. Per essere maggiormente sicuri ovviamente più si investe e più si riesce ad ottenere.
La seconda considerazione da fare, é che il portafoglio utilizzato é in verità altamente rischioso, dato che é sbilanciato interamente sull'azionario. È possibile rischiare di meno e ottenere gli stessi risultati? Certamente, ma in questo caso servirebbero capitali maggiori (i rendimenti dell'obbligazionario o dell'immobiliare sono in genere minori), e quindi ci si ricollega al punto precedente, e cioè a dire che i risultati trovati sono in limite minimo invalicabile.
Un altro appunto da fare é sulla scelta degli ETF che sono stati usati nella simulazione. In molti siti americani che trattano di early retirement sentirete parlare e magnificare i famosi fondi Vanguard, che presentano costi minori rispetto a quelli scelti da me. Come mai non li ho utilizzati? Semplicemente perché non sono quotati ed acquistabili in Italia, quindi fare una simulazione con essi non ha senso, se vogliamo parlare di casi che un risparmiatore italiano é in grado di riprodurre.

Iniziamo a discutere delle performance dei 3 indici scelti. Per l'Europa é stato scelto lo STOXX 600, qui. Secondo i miei calcoli in media ogni anno ha avuto un incremento all'incirca del 7% con una deviazione standard del 20% (si veda sotto per la spiegazione del concetto di deviazione standard e per quale motivo lo reputo importante nel nostro caso). Da notare che l'indice ha avuto un rendimento negativo in 8 anni sui 20 sui quali é esistito. Esistono indici migliori per investire sul mercato europeo? La questione é complessa e la risposta é probabilmente si. Come detto in precedenza ho scelto lo Stoxx 600 in quanto contiente azioni solo dell'area Euro, ma a una prima vista l'Euro Stoxx 50 o anche il mercato tedesco sembrano migliori. Mi riservo di indagare su questo argomento con ulteriori articoli di approfindimento in futuro.
indice creato nel 1998. Trovate un riepilogo dei valori storici annuali

Riguardo all'indice sul mercato americano, lo S&P 500 é una scelta di default. É uno degli indici borsistici più antichi ed esistono dati su di esso dal 1928. In questo articolo vi é un buon riepilogo di tutte le performance passate, per riepilogarle:

- in 88 anni di storia il suo valore si é incrementato annualmente per 64 volte ed é sceso 22
- il rendimento medio annuale é stato del 11% con una deviazione standard del 20% circa

Anche in questo caso esistono alternative come il Dow Jones o il Nasdaq, ma il S&P 500 rimane ancora la prima scelta visto che comprende molte più aziende quotate che fanno parte anche delle altre opzioni.

Arriviamo al caso del MSCI Index, scelto per investire sui mercati emergenti (qui i dati storici). L'indice é abbastanza recente, é stato infatti creato nel 2004 e quindi abbiamo pochi dati storici a disposizione. I dati riepilogativio mostrano che ha avuto un rendimento medio del 9% con una deviazione standard del 29%, ed ha avuto rendimenti negativi 6 anni su 16. Il fatto che abbia la deviazione standard maggiormente alta é sintomo della rischiosità maggiormente alta che ci sono nei mercati emergenti, ma che anche sembrano per adesso retribuire maggiormente i risparmiatori rispetto al caso europeo. Ma un 2% in più di rendimento rispetto allo STOXX 600 valgono il rischio? Notiamo infatti che la variabilità é più alta, il che significa anche che i ribassi possono essere considerevolmente maggiori. Considerato quindi che l'indice nel nostro piano iniziale consisteva nel 20% dell'investimento potrebbe avere senso escluderlo dal proprio portafogli e provare una strategia 50% mercati europei / 50% mercati USA, diminuendo quindi anche un po' le spese.

P.S: riguardo al concetto di deviazione standard (o anche squarto quadratico medio) , si legga la definizione da Wikipedia qui. É un valore che reputo importante in quanto ci fornisce un'indicazione di quanto in media i valori di un indice si discostano dal valore medio, quindi in un certo senso di quanto variano e di quanto si discostano ( 

domenica 12 maggio 2019

Una strategia per la propria pensione anticipata - parte IV

Veniamo da qui.

Durante questa settimana ho ampliato e perfezionato i calcoli dei portafogli ideati nei precedenti post di questa serie, aggiungendo:

- un portafoglio calcolato dai rendimenti storici dall'anno 1998 all'anno 2018
- i portafogli per i periodi 2000-2020, 2001-2021, 2002-2022, 2003-2023. Ricordo che il periodo 2000-2002 é stato un periodo orso per i mercati, quindi era interessante capire come si sarebbe comportato un portafoglio siffatto. I rendimenti per gli anni restanti sono stati calcolati a partire dal rendimento medio dell'indice di riferimento nel caso 2000 - 2020 e 2001-2021. Per i portafogli 2002-2022 e 2003-2023 ho traslato i rendimenti negativi degli anni 2001 e 2002 agli anni finali, simulando quindi un mercato orso alla fine del portafogli.

Per riassumere, il risultato conferma quanto trovato precedentemente: per sperare di accumulare 450K nell'arco di 20 anni il minimo da investire é all'incirca di 12000 Euro l'anno. Si veda il riepilogo qua sotto dal foglio di calcolo che ho usato:


















La media del rendimento dei portafogli é, secondo i miei calcoli, del 6% circa, al netto delle tasse.
Si noti che tra i portafogli simulati vi possono essere casi in cui i rendimenti non sono pari a quelli aspettati (si vedano i casi 1998-2018, 2003-2023 e 2014-2034). Sono questi casi estremi troppo rischiosi? Si e no. Per spiegare meglio, nel caso in cui ci si trovi dopo venti anni di investimento in una di queste situazioni sfortunate, non é detto che tutto sia perduto. Si presume infatti che avendo accumulato un capitale X, non tutto debba essere speso in un anno, ma giusto una frazione di esso. Il restante capitale nel frattempo continuerà ad essere investito e si spera che, dopo una fase ribassista, il mercato sia in rialzo recuperando le perdite. Comunque, secondo i miei calcoli, per evitare questo fenomeno e avere sempre il portafoglio finale pari a 450K,  il capitale annuo da investire dovrebbe essere di 16K circa:


















Altre note metodologiche dei miei calcoli:

- Non sono riuscito a trovare le quotazioni degli ETF per tutti gli anni. Per l'ETF sullo EuroStoxx 50 e S&P 500 le quotazioni storiche partono dall'anno 2010 circa. I prezzi degli anni precedenti sono stati calcolati a partire dal rendimento dell'indice.
- Non sono riuscito a trovare rendimenti o prezzi dell'ETF e indice sugli Emerging Markets precedenti all'anno 2004, per quegli anni ho utilizzato il rendimento medio dell'indice
- Per gli anni in cui i prezzi degli ETF non sono disponibili, i prezzi calcolati non tengono conto dei dividendi (ricordo che ho scelto appositamente ETF ad accumulazione). É quindi possibile che in questi casi il rendimento sia maggiore a quello calcolato (non sono in gradi di quantificare quanto, ma non dovrebbe essere chissà che, nell'ordine del 4-5%).




domenica 5 maggio 2019

Una strategia per la propria pensione anticipata - parte III

Ci eravamo lasciati nel post precedente  che avevamo abbozzato un primo portafoglio, selezionando tre ETF (uno sul mercato europeo, uno sul mercato USA e uno sui mercati emergenti). Durante questo tempo ho abbozzato varie simulazioni su di un foglio Google che saranno pienamente spiegate tra poco, per adesso svelo il risultato a cui sono arrivato.

Per accumulare il capitale che ci siamo prefissato (450000) in 20 anni investendo con il portafoglio da me sopra esposto, bisogna investire nel corso del tempo un capitale di circa 13000 Euro l'anno (1000 euro circa al mese). Risultato un po' deludente, penseranno in molti, visto che significa mettere da parte uno stipendio medio-basso italiano, ma questa é la conclusione a cui sono giunto e che l'attuale stato della mia cultura finanziaria mi ha portato a trovare.

Come sono stati fatti i calcoli? Ho usato un foglio Google ed ho provato a simulare il rendimento del portafoglio in 5 possibili intervalli temporali: 1999 - 2019, 2004 - 2024, 2009 - 2029, 2014 - 2034, 2019 - 2039. Per gli ETF scelti, i dati storici che sono riuscito a trovare vanno indietro fino al 2010/2011 circa. I prezzi precedenti a questo periodo sono stati calcolati a partire dai dati storici sugli indici che ho trovato. Analizziamo un po' quello che é successo nei mercati negli ultimi 20 anni, giusto per dare un'idea al lettore di quali fasi di mercato si siano succedute. Riporto qua sotto il grafico dello S&P 500 negli ultimi 20 anni:



Come si vede il periodo 1999-2001 il trend é stato negativo, per poi avere un'ascesa dal 2003 al 2007. Il 2007 é stato l'anno di una delle maggiori crisi finanziare della storia, che si é riflettuto in una vistosa correzione fino al 2009, a cui é seguito uno dei più spettacolari rialzi degli indici borsistici che sembra durare fino ad oggi. Quindi la simulazione 1999 - 2019 si é beccata i dati storici di due fasi storiche di mercati in ribasso, quella 2004 - 2004 una sola. La simulazione 2009 - 2029 sembra essere la più fortunata in quanto coincide con l'inizio del ciclo rialzista.

Le quotazioni future (fino al 2039) sono state calcolate a partire dal rendimento storico medio di ogni indice e la sua deviazione standard. Ho provato una brutale simulazione Montecarlo che alla fine riduceva i risultati alla lunga a quelli della media standard. Il portafoglio 2014-2034 ha una strategia leggermente diversa, ho quindi simulato 2-3 anni di bear market prendendo i valori minori tra un campione di possibili ritorni dell'indice tra quelli prodotti da una simulazione Montecarlo.

Una nota finale sui costi calcolati. Come detto i tre maggiori costi che un ipotetico correntista in Italia affronterebbe nell'implementare un simile piano sono:

- costi di acquisto / vendita e bolli: sono stati considerati simulando che si compra un ETF in meno ogni anno (la media di un acquisto/vendita é di circa 20 euro per una banca online italiana)
- tassazione: la tassazione sul capital gain al momento é del 26% circa ( era più bassa fino a 5 anni fa). È inclusa nei miei conti, considerando il prezzo medio di carico applicato al momento della vendita.

lunedì 29 aprile 2019

Una strategia per la propria pensione anticipata - parte II

Nel post precedente abbiamo abbozzato un primo portafoglio che deve essere composto in tale maniera:

- 40% mercati Euro
- 40% mercati USA
- 20% mercati emergenti

Proviamo a implementare una tale strategia scegliendo gli indici e i rispettivi ETF. Per quanto riguarda i mercati area Euro, gli indici maggiormente rappresentativi sono l'Euro Stoxx 50, lo STOXX Europe 600 e lo MSCI Europe Index (ovviamente ve ne sono molti altri...). Fare dei raffronti tra i vari é lungo, decidiamo di scegliere il primo in virtù del fatto che contiene esclusivamente azioni di aziende dell'area Euro (gli altri indici contengono anche aziende UK e svizzere). Selezionare un ETF sull'Euro Stoxx 50 é possibile in varie maniere, la rete é prodiga di siti e risorse in tal senso (ad esempio basta andare sul sito della Borsa Italiana, ma in calce a questo post metterò altri link utili.
Per la nostra simulazione ho selezionato questo  ETF iShares in quanto é quello che ha tra i costi più bassi ( 0,1% di commissioni annue), é  ad accumulazione (non distribuisce dividendi ma li reinveste) ed é tra i maggiormente scambiati sul mercato milanese. Questi tre criteri (costi di gestione annui, reinvestimento dei dividendi e liquidità) saranno utilizzati anche nelle seguenti selezioni.

Anche sui mercati USA esistono svariati indici, quelli più noti sono il Dow Jones, il S&P 500 e il . L'ultimo é un indice che rappresenta maggiormente le aziende hi-tech, i primi due sono indici che rappresentano azioni del NYSE (la borsa storica di New York). Seleziono lo S&P 500 in quanto composto da un maggior numero di azioni. Un ETF che possiamo utilizzare per investire su di esso é questo, sempre ad accumulazione e con un 0,07% di commissioni annue ed in dollari.
NASDAQ

Sui mercati emergenti l'indice principe é il MSCI Emerging Markets, che può essere replicato con un ETF Lyxor (qui la scheda sempre dal sito della Borsa Italiana). L'ETF in questione ha un 0.55% di commissioni annue ed é in Euro.

Su quale periodo storico impostare la nostra simulazione? Il primo problema é che i primi due ETF sono stati quotati nel 2010, mentre il MSCI Emerging Markets nel 2008. Il periodo dal 2010 fino ad oggi é stato uno dei maggiori bull market della storia umana quindi in un certo senso la nostra simulazione ne potrebbe essere inficiata. Ma d'altro canto gli ETF hanno iniziato a diffondersi proprio in questo periodo ed é difficile trovare altri strumenti di rimpiazzo. Sarebbe quindi importante avere una simulazione a 20 anni (dal 1999 ad oggi), durante i quali vi sono stati due bull market e due sgonfiamenti importanti.

Discutiamo adesso di un grosso elefante nella stanza che non ho finora toccato: quali sono le spese nell'investire. Nel nostro test terrò conto essenzialmente delle seguenti:

- spese tenuta conto
- spese di compravendita titoli
- tasse sui capital gain

Link utili per individuare gli ETF:

- Sezione ETF del sito della Borsa, link
- Sito Morningstar Italia, link
- JustETF, link